Obbligo di POS per professionisti: in Italia esiste davvero? Un po’ di chiarezza

Obbligo di POS per professionisti: in Italia esiste davvero? Un po’ di chiarezza

Esiste, in Italia, il POS obbligatorio per professionisti? Ossia, chi ha uno studio professionale o lavora come consulente deve necessariamente dotarsi di un lettore di bancomat e carte di credito? Di seguito proveremo a trovare una risposta a questa domanda, non prima di aver osservato però che una cosa sono le previsioni normative e una cosa – piuttosto diversa – sono le prassi per quanto riguarda i pagamenti digitali.

Tutto quello che c’è da sapere sul POS obbligatorio per professionisti

È almeno dal 2007 che in Italia si tenta di incentivare l’utilizzo di moneta elettronica per una maggiore tracciabilità finanziaria e, cosa non meno importante, per evitare l’evasione fiscale: da allora sono state stabilite, per esempio, soglie massime per il pagamento in contante (attualmente tremila euro ma, dal 1 luglio 2020, diventeranno duemila) e si è provato a favorire l’uso di carte di credito, carte di debito, bancomat. È con la Legge di Stabilità del 2016 però che, di fatto, è stato introdotto in Italia l’obbligo di POS per i professionisti: la manovra recepiva, infatti, una direttiva europea in base alla quale venivano ridotte le commissioni che banche e istituti finanziari potevano applicare sulle transazioni via bancomat, carta di credito e carta di debito, riduzione che interessava per la prima volta anche i pagamenti per cifre inferiori ai 5 euro; era, però, la previsione di multe e sanzioni per attività commerciali, studi professionali e freelance che negassero ai propri clienti il pagamento digitale che, di fatto, rendeva obbligatorio per i professionisti dotarsi di un POS portatile o di qualsiasi altro lettore di carte.

Ancora oggi, insomma, l’obbligo di POS per i professionisti si traduce in una multa fino a 30 euro (più il 4% della cifra della transazione negata) a chi impedisca ai propri clienti di pagare con bancomat, carta di credito o carta di debito. La multa scatta, però, dopo segnalazione da parte del cliente e previo accertamento delle autorità competenti: fin qui, in altre parole, è successo raramente che il libero professionista sia stato multato per non avere un lettore di carte, circostanza che di fatto ha spinto molti freelance a ignorare, anche inconsapevolmente, l’obbligo di POS. Dal 1 luglio 2020, però, le cose potrebbero cambiare grazie al cosiddetto bonus POS: chi accetta pagamenti digitali, infatti, potrà godere di un credito di imposta pari al 30% delle commissioni applicate dalla banca, da sfruttare in compensazione alla somma dovuta e che comporterà sgravi fiscali sull’IRAP. Dotarsi di un POS per un professionista, insomma, non sarà più un obbligo ma una scelta conveniente.

Rimangono, comunque, categorie di professionisti che non hanno obbligo di POS? Con una lettura a maglie larghe delle norme previste in materia si può dire che i professionisti B2B, che non offrano servizi ai consumatori ma solo ad altri professionisti rimangono ancora esclusi dall’obbligo di dotarsi di un lettore di carte o bancomat. Cosa fare, invece, di fronte a un cliente che pretende di pagare con carta di credito e se non si ha un POS? A rigore, oltre a rischiare la multa, si dovrebbe far andare via il cliente senza pagare; più comune è che si arrivi a un compromesso.

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