Per motivi differenti tra loro, il comparto dell’energia e il settore bancario sono tornati sotto la lente di ingrandimento di analisti e investitori. Sono in tanti infatti a valutare un investimento in questi ambiti specifici che vivono dinamiche tra loro molto diverse ma che spesso sono accomunate dall’elevata volatilità che caratterizza il periodo. Come testimoniato da un report diffuso dal giornale Reuters, gli analisti continuano ad essere abbastanza concordi nell’attribuire un trend “buy“, cioè di acquisto, ai titoli energetici, nonostante il rischio di una recessione che ne ridurrebbe la domanda.

Questa posizione sugli energetici è motivata anche dalla convinzione che l’OPEC potrebbe intervenire con dei tagli alla produzione, nel caso in cui si verificasse la temuta recessione mondiale. Di conseguenza i prezzi dei beni energetici appaiono oggi agli investitori come degli asset che hanno le potenzialità di conservare il proprio valore e forse anche di tornare a crescere, nonostante gli incrementi significativi fatti già registrare nel corso di tutto il 2022. Ovviamente però sull’andamento degli energetici peserà, e non poco, anche lo sviluppo della situazione macroeconomica e geopolitica mondiale.

Settore energetico e bancario: come investire

I traders interessati agli investimenti su energia e settore bancario dovranno innanzitutto analizzare la situazione economica e geopolitica del momento, al fine di avere una panoramica chiara circa le opportunità offerte loro. Il settore bancario, soprattutto in Italia, si troverebbe invece, secondo quanto indicato da diversi analisti, ad affrontare un rischio di credito, dovuto principalmente alla perdita di valore dei BTP (detenuti in maniera significativa nei portafogli delle banche italiane).

La volatilità del momento può rappresentare un fattore di rischio, soprattutto per chi investe sui titoli bancari, ma al tempo stesso è anche una rischiosa opportunità. Sono in molti infatti ad investire nel breve termine ricorrendo a questo strumento perché offre loro maggiori chance speculative (adatte solo per chi sa gestire lo stress derivante da un rischio elevato). Chi investe nel breve termine lo fa infatti di solito con una maggiore propensione al rischio e spesso utilizzando dei capitali limitati che considera potenzialmente “sacrificabili”.

Per chi è invece orientato nel lungo termine, il settore energetico continua ad apparire più idoneo, come dimostrato dal fatto che diversi fondi internazionali hanno incrementato recentemente l’ammontare dei loro investimenti sui titoli energetici. Tuttavia anche gas e petrolio restano spesso oggetto di una speculazione elevata, in quanto sono materie prime che possono far segnare degli aumenti significativi, così come delle perdite sostanziose, nel giro di pochissimo tempo e di conseguenza sono molto gettonati anche negli investimenti di “day trading”.

Resilienza e titoli del momento

Gli analisti sono abbastanza concordi nell’affermare che la temuta recessione globale, se si dovesse verificare, avrebbe effetti molto negativi per i titoli bancari. Al tempo stesso però i rialzi dei tassi che le banche centrali dovrebbero operare e l’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato potrebbero portare un beneficio per gli istituti di credito che risulteranno essere più resilienti, ovvero maggiormente in grado di assorbire gli effetti di quella situazione. Per questo motivo analisti e investitori si interrogano su quali banche possono avere i fondamentali per affrontare meglio una situazione di questo genere.

Alcuni dei titoli maggiormente osservati in questo periodo tra i bancari sono ad esempio:

  • FinecoBank.
  • Intesa Sanpaolo.
  • BPER Banca.
  • Wells Fargo (USA).
  • Morgan Stanley (USA).
  • JP Morgan (USA).

Questi sono alcuni esempi di istituti di credito italiani o statunitensi che potrebbero risultare maggiormente in grado di reggere una fase turbolenta per i bancari. La solidità di queste banche è dovuta in alcuni casi al fatto che detengono nel loro portafoglio degli asset che potrebbero parzialmente compensare le perdite innescate dagli effetti della eventuale recessione. In altri casi invece gli analisti riconoscono a queste banche un prezzo attuale più basso rispetto a quello che dovrebbe essere il loro reale valore.

In ogni caso per chi decide di investire ricorrendo a titoli energetici o bancari è molto importante muoversi con prudenza, cercando di individuare le migliori opportunità del momento e ricorrendo sempre a strumenti molto utili come lo stop loss (che può ridurre le perdite) e il take profit (in grado di massimizzare i profitti). Infine può essere sicuramente utile anche l’analisi tecnica che può offrire dei buoni spunti per individuare dei validi punti di ingresso e di uscita da una posizione.

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