In origine c’erano i Bitcoin… Potrebbe iniziare così un ipotetico romanzo dedicato alle criptovalute e alla loro rapida ascesa nel mondo della finanza e non solo. Ciò che rimane ancora da scoprire è però il continuo della storia e di quello che potrà accadere da qui a qualche anno, anche se, a sentire Brad Garlinghouse, CEO di Ripple, principale concorrente di Bitcoin, non solo il “continuo” è già scritto, ma lo stesso finale sembrerebbe ormai annunciato. Secondo il CEO di Ripple infatti, il sistema Bitcoin avrebbe i giorni contati e non a caso è stato paragonato niente meno che a Napster.

Lo ricorderete, Napster era un sistema peer to peer di condivisione di file che consentiva di scaricare musica gratuitamente e che ha segnato inevitabilmente una rivoluzione digitale in ambito musicale per milioni di ragazzi. Com’è finito Napster lo sappiamo tutti: a seguito di diverse violazioni del copyright, il sistema di file sharing è stato chiuso salvo poi riaprire ma privo dei servizi che lo hanno reso noto al mondo intero. Ebbene, secondo Brad Garlinghouse, il Bitcoin farà la stessa fine di Napster, ha infatti recentemente dichiarato:

«Potremmo scoprire che Bitcoin è un po’ la Napster dei digital assets. Si tratta di una tecnologia trasformativa, ma Spotify, iTunes e Pandora dominano il mercato perché si sono impegnate a risolvere i problemi con dei regolatori».

Il motivo per il quale  il CEO di Ripple sia convinto di questo assunto è presto detto: a suo avviso l’intera piattaforma Bitcoin nasconde moltissime falle che verranno ben presto superate da altri player, come ad esempio la lentezza delle transazioni, spesse volte lamentata da molti investitori di settore.

L’idea secondo cui un prodotto innovativo subisce trasformazioni e miglioramenti è sacrosanta, ci si chiede però quanto l’affermazione di Mr. Ripple sia dettata da una vena polemica o quanto sia corroborata da effettive analisi di mercato.

Cos’è Ripple

Ripple è un sistema di trasferimento fondi istantaneo e favorisce anche lo scambio di valute e spedizioni di denaro. Fondato dall’omonima società, è anche chiamato RTXP (protocollo di transazione Ripple). Il sistema prevede una sua moneta digitale denominata XRP, rilasciata nel 2012 con lo scopo di rendere possibili transazioni finanziarie gratuitamente e a livello mondiale. Ripple utilizza una base di dati pubblica e condivisa attraverso cui avvengono in forma consensuale i pagamenti all’interno di un processo distribuito e decentralizzato. La piattaforma è utilizzata già da grandi brand come UBS, UniCredit e Santander.

DT Coin: un’alternativa al fallimento?

Se il CEO di Ripple non ha avuto parole buone per Bitcoin, sarebbe interessante sapere il suo parere sui DT Coin di Daniele Marinelli. Moneta virtuale innovativa e tecnologica, il DT Coin si appresta a diventare un punto di riferimento importante per tutti coloro vogliano investire in criptovalute non dimenticando l’importanza di una moneta tradizionale. Il DT Coin infatti è sì una moneta digitale, ma grazie alla sua natura ed innovazione, si propone di diventare la prima moneta virtuale davvero stabile del mercato ed utilizzabile quindi come moneta “complementare” e non speculativa.

A rendere così “produttiva” questa moneta ci pensa il Forced Market Cup, un complesso ma intuitivo sistema di Exchange che mira a far crescere forzatamente il valore della moneta creando sin da subito profitto per gli utenti che la acquistano/vendono.  Il DT Coin è gestito attraverso un algoritmo proprietario e le transizioni sono completamente gratuite.

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