Linfedema agli arti inferiori e superiori: cause, sintomi e possibili terapie

Linfedema agli arti inferiori e superiori: cause, sintomi e possibili terapie

Il corpo umano è caratterizzato da una serie di meccanismi complessi che ne determinano il perfetto funzionamento. Tra questi rientra anche il sistema linfatico, che è composto da una fitta rete di vasi sanguigni, nonché da organi linfatici e linfonodi, attraverso i quali scorre la linfa.

Esso permette il drenaggio di liquidi, frammenti cellulari e proteine. Inoltre, i linfonodi e gli organi lifatici consentono il corretto funzionamento del sistema immunitario. Se il meccanismo di drenaggio si altera, si assiste ad un ristagno esagerato di linfa a livello dei tessuti, che determina la comparsa del linfedema.

Questa patologia cronica ed invalidante, che colpisce gli arti superiori ed inferiori, causa gonfiore generalizzato, cambiamento di colore della pelle nella zona interessata dall’edema, prurito e sensazione di appesantimento dell’arto affetto da questo particolare disturbo. Inoltre, a lungo andare, il paziente può avvertire dolore, anche se questo sintomo non si manifesta fin da subito.

Il linfedema, una patologia piuttosto diffusa, ma ancora poco conosciuta, può essere di due tipi. Il più raro è il linfedema primario, che ha per lo più origine ereditaria ed è causato da disturbi congeniti che riguardano il sistema linfatico. Tuttavia, si può manifestare anche il linfedema secondario che è più frequente ed è causato, di solito, da interventi chirurgici, traumi o lesioni.

Si può guarire dal linfedema?

Il linfedema è una patologia cronica, pertanto non completamente curabile. Tuttavia, i soggetti che ne sono affetti possono cercare di alleviare i disturbi causati dall’alterazione del sistema linfatico, mediante l’attuazione di un trattamento specifico, in grado di drenare l’accumulo di liquidi e, di conseguenza, di ridurre l’edema.

I centri più accreditati, che si occupano di riabilitazione linfologica e di linfedema con cure naturali, prevedono una visita iniziale con ecografia e ecodoppler, al fine di pianificare il corretto percorso decongestionante da intraprendere. Alla base del ciclo riabilitativo è il linfodrenaggio manuale metodo Vodder, spesso in abbinamento con il bendaggio decongestionante.

Tuttavia, per favorire il recupero del benessere del paziente affetto da linfedema importante è anche l’attuazione di una serie di attività motorie, come il nuoto, poiché favorisce il corretto funzionamento del sistema venoso e linfatico. Del resto, la pressione costante che l’acqua esercita a livello del corpo attua un linfodrenaggio naturale, utile per ridurre l’edema.

Alcune strutture che si occupano del trattamento dei linfedemi propongono, infatti, la metodica certificata Aqua Lymphatic Therapy, che prevede una serie di esercizi specifici, che sfruttano le proprietà termiche e fisiche dell’acqua, per supportare la terapia decongestionante. Al termine del trattamento, per favorire il mantenimento dei risultati raggiunti con la terapia riabilitativa, il paziente viene istruito al meglio, così da poter praticare l’autobendaggio ed utilizzare correttamente i tutori elastocompressivi.

Linfodrenaggio manuale: perché è efficace?

Per il trattamento del linfedema molto importante è il linfodrenaggio manuale, poiché consente di stimolare il sistema linfatico alterato e di favorire il corretto drenaggio dei liquidi. Di fatto, si tratta di una particolare tecnica di massaggio che deve essere effettuata solo da specialisti accreditati, in quanto richiede una certa competenza e manualità. Infatti, non bisogna attuare alcuna pressione, bensì dare vita a dei movimenti ritmici e leggeri, in modo da non far percepire alcun tipo di dolore al paziente.

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